Quante volte, non solo in contesti scolastici, ti sei sentito in preda all’ansia?
Capita a tutti, perché l’ansia è un’emozione umana che sale quando dobbiamo superare una prova.
A dir la verità, ho cercato la definizione corretta sul dizionario e non mi è piaciuta per niente… dice ” desiderio angoscioso; travaglio d’animo per timore o dubbio”… una catastrofe, insomma!! meglio ridimensionarla 🙂
A cosa è dovuta l’ansia?
Cerchiamo di dare qualche risposta.
- Spesso non è l’evento in sè a generare ansia, ma il significato che si attribuisce a quell’evento;
- per paura del fallimento, perché un fallimento può essere visto come mancanza di capacità che porta ad autosvalutarsi, quindi a un calo della motivazione;
- per paura di essere giudicati o dall’imprevedibilità di ciò che si sta per affrontare;
- per le caratteristiche della prova, degli esaminatori, dell’ambiente.
Pertanto, se già si identifica una di queste cause, si può lavorare con un percorso ad hoc.
Tuttavia una cosa a favore dell’ansia va detta! 🙂
Nella giusta dose, un po’ di ansia fa scattare il meccanismo che mette in moto la nostra mente, magari offrendo risorse inaspettate! Se guardiamo il grafico ansia-efficienza, ce ne rendiamo subito conto:
- a poca ansia corrisponde una bassa prestazione (potremmo non essere interessati realmente a quell’esame…)
- a troppa ansia, pure corrisponde poca efficienza
- il massimo dell’efficienza si ottiene esattamente alla metà del gtrafico, quando il livello dell’ansia è intermedio
Le manifestazioni dell’ansia (tremori, sudorazione, palpitazioni, sensazione di vomito, stomaco chiuso…) spostano, ahimè, l’attenzione dal compito verso stimoli inutili. Ecco che difficoltà di concentrazione e di utilizzo di strategie di studio vengono a galla.
Cosa si può fare?
Si può intervenire su 3 aspetti:
- a livello fisiologico con tecniche di rilassamento e meditazione, cercando di portarsi a livello “alpha” e ripetersi frasi motivanti;
- a livello cognitivo, visualizzando situazioni positive, focalizzandosi sull’apsetto positivo della prova;
- a livello motivazionale, cioè motivarsi alla riuscita. E’ bene abbracciare la teoria dell’intelligenza incrementale perché in quest’ottica un successo significa un buon metodo di studio, mnetre un insuccesso va imputato non alle capacità, ma alle tecniche adottate. Inoltre, riconoscere la amncanza di un adeguato impegno fa temere meno un fallimento
Bene, un demone è stato esorcizzato!!
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Grazie 🙂
Io credo che l’ansia in alcune persone è predisposizione genetica ed appartiene,a mio modestissimo giudizio,a persone ipersensibili e dipendono da tutti quei fattori che hai sopra citato. Io posso dire che ho una buona caratteristica, qualunque esame che ho fatto nella mia vita sono molto ansioso sino a quando non mi siedo davanti alla commissione.L’ultima esperienza l’ho fatto con la C.R.I.dove ero volontario del soccorso e successivamente Monitore/Istruttore del primo soccorso.Ebbene in questa occasione avevo un’ansia che non so descrivere perché la commissione era composta da: tre medici civili ed uno militare,una Dott.ssa di Bari e Ispettrice di tutta la Puglia, dal Presidente del comitato di Taranto On Amalfitano e persone che assistevano all’interrogazione perché era pubblico. La mia ansia è completamente sparita quando mi sono seduto davanti alla predetta commissione. Per quanto mi riguarda l’ansia è inversamente proporzionale alla preparazione fatta con coscienza e conoscenza.
Alfonso, tra i fattori che generano ansia da esame non ho proprio tenuto in considerazione il fatto di non avere un’adeguata preparazione: se non si studia bene e abbastanza l’ansia è naturale! e giustificata. 🙂